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      In esso si avverte costantemente la presenza di Cristo. In esso si vede l'intervento della grazia, dell'illuminazione e della conversione immediata»! - Il Divo ancora, con più bugiarde parole, affermava ad un anonimo intervistatore:
      «Non si può immaginare una più grande potenza di rappresentazione come quella ch'io ho messa nella conversione di un'intera famiglia nel 1° atto. Da Poliuto in poi non si era scritta una tragedia degna di essere inalzata al cielo della grande Poesia, come questo mio Mistero. L'angoscia di Sebastiano e la preghiera di quelli che gli domandano di far loro vedere Dio non ho potuto scriverle senza versare molte lagrime. E non è questo il punto culminante della mia tragedia; ma è da questo punto che il pianto e l'emozione crescono e si elevano sino alla fine con episodî inattesi, sino alla fine con una completa e sublime effusione musicale»!?
      Solo ad una superfemina è dato di potersi lodare in così sciocco modo. - E dopo sì sbalordente omelìa lirica sulla bellezza ineffabile del suo Mistero da lui scritto in francese, si avventava contro ai «piccoli vecchi» d'Italia che gli davano del rinnegato per avere abiurato la lingua italiana, e gli chiedevano se egli non avesse, per avventura, anche l'intenzione di scrivere un giorno una tragedia in lingua cinese. E rispondeva a costoro: «Francamente, non dico di no!» E il farlo, a parer mio, non dovrebbe costargli molta fatica, giacchè il suo italiano e il suo francese si allontanano tanto dall'uso della lingua viva, da riuscire incomprensibili a noi tanto quanto ci riesce incomprensibile il cinese.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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