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      Il Divo ascolta con visibile soddisfazione; poi dice: Č il mio San Sebastiano; č Ida Rubinstein che educa la sua voce e studia la sua parte. -Tutti e tre, il Poeta, la Rubinstein e la nobile deliziosa donna velata, percorrono il vasto parco ombreggiato e fiorito, declamando dei versi sublimi.... Al signor Astruc, impresario della Rubinstein pel San Sebastiano, il D'Annunzio disse un giorno: Io sono un signore magnifico; ma amo il popolo di Parigi, che č il mio popolo. Non basta che io dia della Bellezza ai felici di questo mondo, i quali hanno i mezzi di pagarmela: č mestieri che anche i poveri partecipino ad essa. Dopo che avremo meravigliato coloro che pagheranno palchi e poltrone a peso d'oro, noi meraviglieremo coloro cui č dato pagare i posti che occuperanno a teatro col loro fervido entusiasmo. Noi offriremo, dunque, il nostro San Sebastiano al popolo di Parigi gratuitamente». - Parole degne di un re!
     
     *

      Ma il magnifico signore, quantunque profondesse a piene mani l'oro del birrajo inglese, pure non fece in tempo a impedire che alcuni giornali parigini qualche giorno innanzi la rappresentazione del San Sebastiano dicessero la nuda e cruda veritŕ intorno a lui e all'opera sua. Sul Gil Blas, per esempio, in un articolo intitolato Le mauvais exemple, il Pioch si scagliava contro lo scandaloso étalage permanente del modo di vivere dello Immaginifico. Fra le altre cose egli disse: «Prima di potere ammirare il Poeta, siamo costretti a subire l'attore!


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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