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      .. - (voi vorreste ch'io grammaticalmente dicessi pareva serrasse; ma la mia grammatica non è la vostra; essa è una supergrammatica, e basta!)... dunque pareva serrare la fronte e quasi disporla ad attanagliare il pensiero.... (che, senza quella capigliatura, se ne sarebbe fuggito) - e tenerlo ben fermo perchè l'arte, poi, - ossia l'artifizio - lo intagliasse e polisse» - Come vedete, egli era plebeo per fino quando pensava, avendo bisogno di tanaglie, di scalpelli e di pietra pomici, per serrare, scolpire, pulire e rendere così, in qualche modo, presentabile il suo pensiero; e quegli strumenti se li trovava proprio sottomano essendogli essi apprestati dalla capigliatura, senza la quale non avrebbe scritto nè un verso nè un rigo di prosa. Vi dirò, anzi, che in quella capigliatura era tutta la sua forza, proprio come Sansone. - Ridete? Eppure, la fortuna di certi uomini è dovuta, spesso, all'eccesso o al difetto di certe appendici.... Ma non voglio dir altro su ciò. - «Di poca lunghezza aveva il naso fornito di nari sagaci... - Dico nari e non narici, perchè le sue non erano narici, che son proprie dell'uomo, ma nari, che sono proprie dei bruti, ed egli -io già ve l'ho detto - aveva più del cignale che dell'uomo). E quel suo naso «era stato tocco da non so qual colpo di pollice.... (forse dal pollice della levatrice) che per poco non lo volse tutto in su». Sì, egli aveva molto del mastiff-dog; infatti «fierissima aveva la mascella e ampia, che il pelo crespo e incolto della barba copriva sino a mezzo il collo grosso e corto annodato da una cravatta sottile come un capestro». Ed ho l'idea che ciò che gli impediva di gettarsi addosso alla gente per addentarla, fosse appunto quella cravatta, ossia collare, ossia capestro, pel quale era trattenuto da una mano invisibile, quella della vigliaccheria; infatti, per abbajare, abbajava, e come!; ma appena qualcuno alzava contro di lui il bastone.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





Sansone