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      .. Perchè? - E dove, dunque, era per approdare l'Ulisse dell'«Ultimo Viaggio»? Su questa riva, o su quella? Era per approdare su le acque dell'insenata senza respiro, o sull'Oceano senza sonno? Ma, e come avrei potuto saperlo io, se io di Giovannino non ricordavo le fattezze del volto? E se chiudevo gli occhi e mi sforzavo di ricomporne le linee sul fondo bujo, il suo volto indistinto si dissolveva in bagliori. Ben io ricordavo di avergli detto un giorno: Se tu avessi il viso tutto raso e se tu non sorridessi, somiglieresti a Piero dei Medici, come è scolpito dal Mino.... - Piero dei Medici - voi certo lo sapete - era un tirchio di tre cotte, e tutti i tirchi hanno linee di somiglianze meravigliose tra loro, e Giovannino era tirchissimo. - Ma la verità è che egli non si era mai lasciato guardare da me, come da nessuna femina, fisamente.... - Voi sapete l'effetto ch'io producevo in tutti i maschi veramente maschi... Ve l'ha detto lo Scarfoglio. Ora, Giovannino, che forse era uno non veramente maschio, aveva vergogna di veder sè in me, come io avevo vergogna di veder me in lui, sicchè la nostra amicizia soffriva d'una strana timidezza che non potemmo mai vincere. La nostra era un'amicizia di terra lontana, che si alimentava di messaggi e di piccoli doni. - E per star lontani l'uno dall'altro ricorrevamo a un reciproco inganno: egli lasciava credere che la sua rusticità e la sua parsimonia mi dispiacessero, come io lasciavo credere che a lui increscesse la mia diretta discendenza dalla brigata spendereccia.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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