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      - Chi potrà dire quando e dove sian nate le figure che a un tratto sorgono - state attenti! - sorgono dalla parte spessa e opaca di noi e ci opprimono - non deliziandoci - ma turbandoci? - Voi ben capite, neh?, che la parte opaca e spessa di noi è quella che è fatta di carne; e allora ditemi dove e quando si formano le figure che d'improvviso sorgono dalla nostra carne e che opprimendoci ci turbano, e che turbandoci ci opprimono? - Quanto a me, io direi che quelle figure si formano quando la nostra digestione è compiuta, e che il dove esse si formano è un certo orifizio della nostra partespessa e opaca; e sono cotesto quando e cotesto dove che, di comune perfettissimo accordo, concorrono insieme e ad un tempo alla nascita delle sopraddette figure, le quali è ben naturale che, nell'attimo della loro nascita, ci opprimano e ci turbino, come accade a chi partorisce: infatti, tanto nello sforzo della stitichezza che nella snervante copia della diarrea, conviene che la nostra faccia si faccia assai brutta, come si fa brutta la faccia di chi è sotto a una oppressione turbatrice. - Ma, a proposito di che vi parlo io qui di cosiffatte figure ? Ecco, e se manca il nesso, tanto meglio, il mio stile ne sarà, certo, più bello. Ecco: Gli eventi più ricchi accadono in noi assai prima che l'anima se ne accorga.... (Ma, ed allora - direte voi - come è possibile sapere qualche cosa di cotesti eventi più ricchi se prima l'anima non se ne accorga? E ne deducete che io sragiono. Sì, io sragiono: e che perciò, se le mie parole son belle?


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253