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      E l'eco ripetè anni!... ele! - Ci abbracciammo. Come.... - è francese, lo so: italianamente dovrei dire siccome; ma non fa niente: non sono io il più gran mastro di nostra lingua? E dunque lasciatemi dire: Come sul viale il vento rinforzava ed egli pareva infreddolito dentro il bavaro, gli dissi: Va, va, rientra; non restar qui.... - Chè, se nol sapete, senza questa mia esortazione, egli sarebbe stato capace - sull'onor mio! - di restar là tutta la notte! - Si voltò per andare, e i cavalli - (bella connessione!) avevano messo le radici, tanto stentarono a muoversi. - Ammirate quell'e che unisce due cose che non hanno nulla da vedere tra loro! Non son io anche un gran mastro di grammatica? - Sicchè ebbi tempo di seguirlo con lo sguardo e con l'angoscia fino alla porta, per virtù, come ora vi dirò, di un prodigio: perchè lo stesso silenzio repentino che si creò nell'aria della stanzetta bianca - ricordate? - il quale serrò con una massa di ghiaccio il capo di Giovannino, quello stesso silenzio - dico - serrò ora il mio capo; e riconosco, quindi, il beneficio che a me venne dalla trasparenza del ghiaccio attraverso il quale i miei occhi poterono accompagnare Giovannino sino alla porta! - E come egli fu alla soglia si voltò ancora e levò il braccio verso me a risalutarmi.... Da quel fagotto di panni stracchi, sudici e rattoppati, s'alzó il braccio pesante che su per l'erta aveva brandito la piccozza d'acciar ceruleo, e più propriamente la zappa, giacchè egli era nato ed era rimasto sempre un po' contadino.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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