Pagina (231/253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      portici, riso dell'amica giovine!
     
     *

      E la croce del Galileo
      di rosse chiome gittatasarą nelle oscure favisse.
     
     *

      E la nave era partedi me, la vela erami ala
      su l'omero, la pruaera la cima del cuore
      sagliente, il lungo protesobompresso era il segno
      della (mia) feconda potenza.
     
     *

      ..... intravidianime come sacchi flosce,
      altre come logori lettidi puttane marce di lue,
      altre come piaghe orrendefatte informi e vane
      dal gran taglio diritto (?)
      simili al combattentech'ebbe le due cosce
      recise fino all'anguinajae tuttavia rimane
      mezz'uomo sul suo tronco e cercacon le dita ancor vive
      tra il rosso fiotto la radicedi virilitą ricacciata
      in fondo al ventre, lą dov'eraprima ch'egli escisse compiuto
      maschio dalla matrice.
     
     *

      Io, Lalla, il sano odor selvatico,
      ecco, io nei baci sento... Oh lasciviadi labbra che succhiano rossi
      acini e labbra pił rossi ancora!
     
     *

      Bocca amata,
      ambigua forma tolta a un semidio,
      al bello Ermafrodito adolescente...
      o bocca,
      che a me, dove pił urge il desiosuggi la vita.
      O gran chioma diffusa sui ginocchimiei nel dolce atto!(25)
     
     *

      ...... Dal capoalle piante con gli avidi occhi
      esse parean tutto succiarloquasi ei fosse tutto priapo.
     
     *

      (Il Divo parla della sua anima)
      La tiene disgusto mortaledei giacigli acri ove il sudore
      del combattimento carnale


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





Galileo Lalla Ermafrodito Il Divo