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      (3) Savino Varazzani, in Avanti! del 16 gennaio 1910.
      (4) Cioè, passione d'amor bestiale, che non distingue tra la madre, la sorella e la figlia, nè tra il padre, il fratello e il figliuolo!
      (5) Tutte le parole in corsivo si leggono nella Prefazione di «Più che l'Amore».
      (6) Una delle più schiette ed energiche fonti di lingua e di stile alla quale il D'Annunzio attinge la sua lingua e il suo stile è Frate Francesco Colonna, detto Panfilo. Ecco come costui descrive la bellezza di una donna.
      «Ella ha nitidissima et delicata carne et lactea cute, ampli fianchi, delicatamente tumidulo pecto, pudico alvo cum grato tumento, resistenti et tremule nate, rotundo et piccolo ventre, distese braccia, longe mani, ornate di subtili et tornatili digiti, cum longiuscole, surribicundile et lucide ungne, dritto et gallateo collo, spatioso et delitioso pecto, bianchissima gola.
      (7) Leggere questo elogio d'un evirato per un altro evirato in Giornale d'Italia - 20 ottobre 1906.
      (8) Prefazione a «Più che l'Amore».
      (9) Vita, 28 ottobre 1906.
      (10) Perchè mai il maestro della 3a classe elementare si permise bocciare agli esami un discepolino che nel suo componimentuccio s'era lasciato sfuggire dall'inconsapevole penna: il mio padre si chiama Francesco e la mia madre si chiama Luisa, se al Divo è permesso scrivere e stampare: - «Alla terra di Abruzzi, ALLA mia madre, AL mio fratello, AL mio padre»...? - (Dedica della Figlia di Jorio).
      (11) In Civiltà Cattolica, quaderno - anno 1911.
      (12) Mario Barbera. - Ibidem.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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