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      Colui che l'ha fabbricata, è il più abile architetto dell'universo e sappi che mai è stata fatta una simile a questa. Innumerevoli sono coloro che hanno tentato di farle uguali, ma sempre invano. Si sono fatte e si fanno ancora ma appena gettate sulla superficie delle acque, o sono state sommerse alla prima tempesta, o sono state distrutte al primo urto della mia».
      Durante questo discorso del vecchio, noi avevamo percorso una grande estensione di mare e da ogni parte che volgevo gli sguardi, non vedevo che cielo e acqua.
      «Quì, disse il buon vecchio, bisogna esaminare da qual parte dobbiamo andare. Noi siamo venuti dalla parte di ponente, dunque bisogna dirigersi dalla parte di levante». E la barca che era volta verso mezzogiorno, fu diretta verso levante. Dopo aver navigato lungamente, scorgemmo vicino a noi una penisola.
      Il vecchio indicandomela col dito, mi disse: «Là dobbiamo sbarcare». Io gli domandai come si chiamava questa terra ed egli rispose: «Questa è la terra dei grandi».
      «Il suo nome?»soggiunsi io. «Il suo nome era quello del Lazio, io non saprei dirti come si chiama ora, perchè le false dottrine che la infestano sono innumerevoli». Non volli più forzarlo a rispondere, perchè vidi che appena rispondeva.
      Poco tempo dopo approdammo nella penisola all'imboccatura di un fiume che discendeva dalla parte di levante. Sopra a ciascuna riva del fiume si alzavano ridenti colline coperte dai più belli frutti della terra e da fiori di ogni specie. Il vecchio rivolgendosi verso di me disse: «Noi siamo giunti», e prendendo la corda di color celeste esce dalla barca e l'attacca al tronco diuno dei cedri che bagnavano le acque del fiume.


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Visioni e profezie
di Davide Lazzaretti
Editore Carabba Lanciano
1913 pagine 96

   





Lazio