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      Camminato che ebbimo un lungo tratto per la folta e tenebrosa selva dei serpenti, il mio cavallo cominciava a rimanere dal suo corso, e me lo sentivo mancare sotto a poco a poco, perchè in gran copia il sangue perdeva da tutte quattro le gambe per le tante morsicature di quelli arrabbiati e avvelenati serpenti. A un tratto me lo vedo morir sotto con un gran disturbo, spavento e timore della vita, perchè contro di me pareva venissero quei maligni velenosi e feroci serpenti. Vedendomi così morto il cavallo, subito gridai: - Mio Dio, aiutatemi, io son perduto, il mio cavallo è morto. -
      Il venerando vecchio si rivolse a me dicendo: - Uomo, temi tu forse al nostro fianco e dubiti della virtù della verga che ti ho donato? Qual dubbio, qual viltà ti tiene? Ti dico, o uomo, più valore sia in te, più fede d'ora in avanti; il dubbio, il timore sia lungi dal tuo cuore. Altra volta tel dissi, ultimo avviso sia questo. - Ciò detto, subito accorse a me colui che teneva il cavallo nero, e senza arrestarmi di un sol passo, vi montai sopra, e via proseguimmo il nostro cammino fra il sibilìo dei serpenti, il rumore della vicina tempesta, e lo imperversar dei venti che soffiavano impetuosi per l'aere, che rivolgendosi a terra sembrava che volessero schiantare o subissare tutta la selva per cui noi camminavamo. Giunti che siamo quasi al fine dell'oscura e tenebrosa valle dei serpenti che incominciavano a uscir fuori dal bosco, altra volta il mio cavallo me lo vidi arrestare nel suo corso, ed era tutto grondante di sangue in maggior copia dell'altro, perchè non solo gli usciva dalle gambe, ma da diverse parti della vita, dal petto e dalla testa, perchè più in moltitudine e più grossi e feroci avevamo trovati i serpenti nel finir dell'oscura e tenebrosa valle.


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Visioni e profezie
di Davide Lazzaretti
Editore Carabba Lanciano
1913 pagine 96

   





Dio