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      59. Dimanda consiglio a chi ben si corregge.
     
      60. Giustizia vol potenzia, intelligenzia, volontà e si assomiglia al re delle ave.
     
      61. Chi non punisce il male, comanda che si facci.
     
      62. Chi piglia la biscia per la coda, quella poi lo morde.
     
      63. Chi cava la fossa, questa gli ruina addosso.
     
      64. Chi non raffrena la voluttà, colle bestie s'accompagni.
     
      65. Non si pò avere maggior, né minor signoria che quella di se medesimo.
     
      66. Chi poco pensa, molto erra.
     
      67. Più facilmente si contasta al principio che al fine.
     
      68. Nessuno consiglio è più leale che quello che si dà dalle nave che sono in pericolo.
     
      69. Aspetti danno quel che si regge per giovane in consiglio.
     
      70. Pensa bene al fine.
      Risguarda prima il fine.
     
      71. Ogni danno lascia dispiacere nella ricordazione salvo che 'l sommo danno, cioè la morte, che uccide essa ricordazione insieme colla vita.
     
      72. Non si dimanda ricchezza quella che si può perdere. La virtù è vero nostro bene ed è vero premio del suo possessore. Lei non si può perdere, lei non ci abbandona, se prima la vita non ci lascia. Le robe e le esterne devizie sempre le tieni con timore, ispesso lasciano con iscorno e sbeffato il loro possessore, perdendo lor possessione.
     
      73. Chi tempo ha e tempo aspetta, perde l'amico e danari non ha mai.
     
      74. Chi asino è e cerbio esser si crede...
     
      75. Non ci manca modi né vie di compartire e misurare questi nostri miseri giorni, i quali ci debba ancor piacere di none ispenderli e trapassagli indarno e sanza alcuna loda e sanza lasciare di sé alcuna memoria nelle menti de' mortali.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131