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      107. E questo omo ha una somma pazzia, cioè che sempre stenta per non istentare, e la vita se li fugge sotto speranza di godere i beni con somma fatica acquistati.
     
      108. Io t'ubbidisco, Signore, prima per l'amore che ragionevolmente portare ti debbo, secondariamente ché tu sai abbreviare o prolungare le vite a li omini.
     
      109. Fuggi quello studio del quale la resultante opera more insieme coll'operante d'essa.
     
      110. Tristo è quel discepolo che non avanza il maestro.
     
      111. Ecci alcuni che altro che transito di cibo e aumentatori di sterco - e riempitori di destri - chiamar si debbono, perché per loro - altro nel mondo appare - alcuna virtù in opera si mette; perché di loro altro che pieni e destri non resta.
     
      112. a) Sanza dubbio tal proporzione è dalla verità alla bugia quale dalla luce alle tenebre, ed è essa verità in sé di tanta eccellenzia che ancora ch'ella s'astenda sopra umili e basse materie, sanza comparazione ella [e]ccede le incertezze e bugie estese sopra li magni e altissimi discorsi, perché la mente nostra, ancora ch'ell'abbia la bugia pel quinto elemento, non resta però che la verità delle cose non sia di sommo notrimento delli intelletti fini, ma non di vagabundi ingegni.
     
      b) È di tanto vilipendio la bugia che s'ella dicessi ben gran cose di Dio, ella to' di grazia a sua deità; ed è di tanta eccellenzia la verità che s'ella laldassi cose minime, elle si fanno nobili.
     
      c) Ma tu che vivi di sogni ti piace più le ragion sofistiche e barerie de' parlari nelle cose grandi e incerte, che delle certe, naturali e non di tanta altura.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131

   





Sanza Dio