Pagina (71/131)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E così detto, li cacciò la mano alla scarsella per ispiccarliela dal lato. Allora il cavalieri, parendoli esser stato giuntato, fece che 'l merciaio li diede i danari che colui dimandava ch'eran sua.
     
      26. FACEZIA. Uno povero omo fece intendere a uno usceri d'un gran signore come e' dovessi dire al suo signore, che quivi era venuto un suo fratello, il quale avea gran bisogno di parlarli. Il quale usceri, avendo referita tale imbasciata, ebbe comessione di dare l'entrata a tale fratello. Il quale, giunto al cospetto del signore, li mostrò come, essendo tutti discesi del gran padre Adam, ch'elli era suo fratello, e che la roba era mal divisa, e che lo pregava che cacciassi da lui tanta povertà, perché a gran pena potea vivere di limosine. Allora il signori rispose ch'elli era ben lecito tal richiesta e domandò il tesorieri e feceli donare un soldo. Allora il povero ebbe grande ammirazione e disse che quel non si richiedea a tal fratelllo. Allora il signore disse ch'egli avea tanti simili fratelli, che a dar tanto per ciascuno, che non li rimanea niente a lui, e che tal soldo era bastante a tal divisione di roba. E così con lecita licenzia lo divise da tal redità.
      PROEMI
     
      1. Se bene, come loro, non sapessi allegare gli altori, molto maggiore e più degna cosa allegherò, allegando la sperienzia, maestra ai loro maestri. Costoro vanno sgonfiati e pomposi, vestiti e ornati, non delle loro, ma delle altrui fatiche; e le mie a me medesimo non concedano; e se me inventore disprezzeranno, quanto maggiormente loro, non inventori, ma trombetti e recitatori delle altrui opere, potranno essere biasimati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131

   





Adam