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      E certo se tale negromanzia fussi in essere, come dalli bassi ingegni è creduto, nessuna cosa è sopra la terra che al danno e servizio dell'omo fussi di tanta valitudine: perché se fussi vero che in tale arte si avessi potenzia di far turbare la tranquilla serenità dell'aria, convertendo quella in notturn'aspetto, e far le corruscazioni e venti con ispaventevoli toni e folgori, scorrenti in fra le tenebre, e con impetuosi venti ruinare li alti edifizi, e diradicare le selve, e con quelle percotere li eserciti, e quelli rompendo e atterrando, e oltra di questo le dannose tempeste, privando li cultori del premio delle lor fatiche, o! qual modo di guerra pò essere che con tanto danno possa offendere il suo nemico, aver potestà di privarlo delle sue ricolte? qual battaglia marittima pò essere che si assomigli a quella di colui che comanda alli venti, e fa le fortune ruvinose e sommergitrici di qualunche armata? Certo quel che comanda a tali impetuose potenzie sarà signore delli popoli, e nessuno umano ingegno potrà resistere alle sue dannose forze: li occulti tesori e gemme riposte nel corpo della terra, fieno a costu[i] tutti manifesti, nessun serrame o fortezze inespugnabili saran quelle che salvar possino alcuno, sanza la voglia di tal negromante. Questo si farà portare per l'aria dall'oriente all'occidente, e per tutti li oppositi aspetti dell'universo. Ma perché mi vo io più oltre astendendo? quale è quella cosa che, per [t]ale artefice, far non si possa? quasi nessuna, eccetto il levarsi la morte.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131