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      6. SE LO SPIRITO, AVENDO PRESO CORPO D'ARIA, SI PÒ PER SÉ MOVERE O NO. Impossibile è che lo spirito infuso 'n una quantità d'aria, possa movere essa aria, e questo si manifesta per la passata dove dice: "lo spirito levifica quella quantità dell'aria, nella quale esso s'infonde". Adunque tale aria si leverà in alto sopra l'altra aria, e sarà moto fatto dall'aria per la sua levità, e non per moto volontario dello spirito: e, se tale aria si scontra nel vento, per la terza di questo essa aria sarà mossa dal vento e non dallo spirito, in lei infuso.
     
      7. SE LO SPIRITO PÒ PARLARE O NO. Volendo mostrare se lo spirito può parlare o no, è necessario in prima definire che cosa è voce, e come si genera. E direno in questo modo: "la voce è movimento d'aria confregata in corpo denso, o 'l corpo denso confregato nell'aria, che è il medesimo; la qual confregazion di denso con raro condensa il raro, e fassi resistente; e ancora il veloce raro nel tardo raro si condensano l'uno e l'altro ne' contatti, e fanno sono o grandissimo strepito. È il sono, ovver mormorio, fatto dal raro che si move nel raro con mediocre movimento, come la gran fiamma, generatrice di sono infra l'aria; e 'l grandissimo strepito fatto di raro con raro è quando il veloce raro penetra lo immobile raro, come la fiamma del foco uscita della bombarda e percossa infra l'aria, e ancora la fiamma uscita del nugolo, e percote l'aria nella generazion delle saette".
      Addunque direno, che lo spirito non possa generar voce sanza movimento d'aria, e aria in lui non è, né la può cacciare da sé se elli non l'ha; e se vol movere quella nella quale lui è infuso, egli è necessario che lo spirito multiplichi, e multiplicar non può, se lui non ha quantità, e per la quarta che dice: "nessuno raro si move se non ha loco stabile donde lui pigli il movimento", e massimamente avendosi a movere lo elemento nello elemento, il qual non si move da sé, se non per vaporazione uniforme al centro della cosa vaporata, come accade nella spugna ristretta in nella mano, che sta sotto l'acqua, della qual l'acqua fugge per qualunche verso con equal movimento per le fessure interposte infra le dita della man che dentro a sé la strigne.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131