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      Anzi hai da sapere che oggi questo solo cammino di lode si propongono e seguono quasi tutti i giovani; cioè quello che mena per le voluttà. Delle quali non pure si vantano, ottenendole, e ne fanno infinite novelle cogli amici e cogli strani, con chi vuole e con chi non vorrebbe udire; ma oltre di ciò, moltissime ne appetiscono e ne procacciano, non come voluttà, ma come cagione di lode e di fama, e come materia da gloriarsi; moltissime eziandio se ne attribuiscono o non ottenute, o anco pure non cercate, o finte del tutto.
      Notava nell'istoria che scrisse Arriano delle imprese di Alessandro Magno,(9) che alla giornata dell'Isso, Dario collocò i soldati mercenari greci nella fronte dell'esercito, e Alessandro i suoi mercenari pur greci alle spalle; e stimava che da questa circostanza sola senza più, si fosse potuto antivedere il successo della battaglia.
      Non riprendeva, anzi lodava ed amava, che gli scrittori ragionassero molto di se medesimi: perché diceva che in questo, sono quasi sempre e quasi tutti eloquenti, e hanno per l'ordinario lo stile buono e convenevole, eziandio contro il consueto o del tempo, o della nazione, o proprio loro. E ciò non essere maraviglia; poiché quelli che scrivono delle cose proprie, hanno l'animo fortemente preso e occupato dalla materia; non mancano mai né di pensieri né di affetti nati da essa materia e nell'animo loro stesso, non trasportati di altri luoghi, né bevuti da altre fonti, né comuni e triti, e con facilità si astengono dagli ornamenti frivoli in se, o che non fanno a proposito, dalle grazie e dalle bellezze false, o che hanno più apparenza che di sostanza, dall'affettazione, e da tutto quello che è fuori del naturale.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





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