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      Ma queste, secondo me, trapassando i termini (come è proprio e inevitabile alle cose umane); non molto dopo sollevati da una barbarie, ci hanno precipitati in un'altra, non minore della prima; quantunque nata dalla ragione e dal sapere, e non dall'ignoranza; e però meno efficace e manifesta nel corpo che nello spirito, men gagliarda nelle opere, e per dir così, più riposta ed intrinseca. In ogni modo, io dubito, o inclino piuttosto a credere, che gli errori antichi, quanto sono necessari al buono stato delle nazioni civili, tanto sieno, e ogni dì più debbano essere, impossibili a rinnovarveli. Circa la perfezione dell'uomo, io vi giuro, che se fosse già conseguita, avrei scritto almeno un tomo in lode del genere umano. Ma poiché non è toccato a me di vederla, e non aspetto che mi tocchi in mia vita, sono disposto di assegnare per testamento una buona parte della mia roba ad uso che quando il genere umano sarà perfetto, se gli faccia e pronuncisi pubblicamente un panegirico tutti gli anni; e anche gli sia rizzato un tempietto all'antica, o una statua, o quello che sarà creduto a proposito.
      IL COPERNICODialogo
      SCENA PRIMAL'Ora prima e il Sole
      Ora prima. Buon giorno, Eccellenza.
      Sole. Sì: anzi buona notte.
      Ora prima. I cavalli sono in ordine.
      Sole. Bene.
      Ora prima. La diana è venuta fuori da un pezzo.
      Sole. Bene: venga o vada a suo agio.
      Ora prima. Che intende di dire vostra Eccellenza?
      Sole. Intendo che tu mi lasci stare.
      Ora prima. Ma, Eccellenza, la notte già è durata tanto che non può durare più; e se noi c'indugiassimo, vegga, Eccellenza, che poi non nascesse qualche disordine.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





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