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      Popolo. Viva la dittatura. Muoiano i congiurati. Murco. Muoiano i congiurati. B. Come? dov'è? chi di voi grida, muoiano i congiurati? Sei tu quello? M. Perdonate: è stato uno sbaglio: mi diverto a far da scrivano, e per questo sono avvezzo a ripetere quello che sento dire. B. Ma come stai qui fra noi? M. Forse che non sono de' vostri? B. Non so niente. Chi si è curato d'un vigliacco tuo pari? M. Anzi io son quello che gli ho dato la prima pugnalata. Casca. Bugiardo: la prima gliel'ho data io. M. È vero: ho fallato: voleva dir la seconda. Congiurato. La seconda gliel'ho data io. M. Dunque la terza. Altro congiurato. Signor no: sono io che gli ho dato la terza. Murco. Insomma io gli ho dato una pugnalata, ma non mi ricordo quale. Congiurato. E il coltello è rimasto nella piaga? M. No, ma l'ho ferito con quest'arma che porto in mano. Congiurato. Questa? è imbrattata di cera ma non di sangue. M. Non gli avrò passata la veste. B. Abbiate l'occhio a costui. Disponiamo i gladiatori.
      DIALOGO TRA DUE BESTIEP. E. UN CAVALLO E UN TORO
      Toro. Che ossa son queste? Cavallo. Io ho sentito dire spesso ai nostri vecchi ch'elle son ossa d'uomini. T. Che vale a dir uomini? C. Era una razza di animali che ora è perduta già da chi sa quanto tempo. T. Come, è perduta una razza di animali? C. Oh tanti altri animali si trovavano antichissimamente che ora non si conoscono altro che per l'ossa che se ne trovano, ec. Discorso in grande sopra questa razza umana che finalmente si finge estinta, sopra le sue miserie, i suoi avvenimenti, la sua storia, la sua natura ec.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





Perdonate Abbiate