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      Ti farai scrivere a quante accademie potrai, e da principio farai mostra de' titoli onorifici, nel frontespizio de' tuoi libri, e comunque ti si darà la congiuntura: poi quando tutti gli avranno imparati a memoria gli tralascerai facendo vista di non curargli e nascondergli, acciò che gli altri t'abbiano per magnanimo. Scrivendo e stampando, scriverai cose che piacciano alle donne, ai cavalieri, in somma a quelli che stanno al mio servizio, e le stamperai splendidamente in bella carta e caratteri, con figurine incise, legature galanti, e cose tali. Quando la prima edizione non avesse spaccio, ne farai fare un'altra dicendo che la prima è divenuta rara, e non mentirai, perché infatti non si troverà se non presso pochissimi, vale a dire i librai. E assicurati che la seconda edizione farà più fortuna della prima. Lo stile di voi altri italiani già si sa che dev'esser francese; e per buona ventura non sapete scrivere altrimenti, quando anche la lingua che adoperate fosse mera italiana, o piuttosto vi paresse. Te la intenderai per lo meno con tutti quanti i giornalisti della tua nazione, e li pagherai secondo che ti loderanno. Poniamo caso che tu abbia pubblicato un poema che vaglia all'incirca quanto il libro di Bertoldo, o quanto una canzone arcadica o frugoniana, o quanto i versi dell'Algarotti del Bettinelli, del Bondi, o simili. Se diranno che non cede alla Gerusalemme, pagherai un tanto. Se lo metteranno coll'Eneide, tanto di più; se l'anteporranno all'Iliade, tanto di più, e così discorrendo.


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Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





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