Pagina (291/308)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Laonde se una volta le contraddizioni non si soffrivano, ora nelle cose mie sono frequentissime, e quasi tutti i precetti miei contraddicono gli uni agli altri. Resterebbero molte altre cose, ma toccheremo le principali. Tu saprai quello che fanno le scimmie quando vogliono passare un fiume, ec. ec. Nella stessa maniera voi altri servitori miei, quando non potete arrivare a qualche fine da voi soli, bisogna che facciate molti insieme una catena come le scimmie.
      G. V. E. intende parlare dell'amicizia?
      M. Eccoti sempre colle parole antiche e rancide. Saresti proprio al caso di fare il rigattiere o il proposto d'un museo d'anticaglie. L'amicizia non si trova più, o se vuoi chiamarla con questo nome, devi sapere ch'è fatta a uso di quelle fibbie o fermagli che servono ad allacciare mentre bisogna, e finito il bisogno si slacciano, e spesse volte si levano via. Così le amicizie d'oggidì. Fatte che sieno, quand'occorre s'allacciano e stringono: finita l'occorrenza, alle volte si slacciano ma si lasciano in essere, tanto che volendo si possano riallacciare; altre volte si levano via del tutto, e ciascuno resta libero e sciolto come per l'addietro. Dal che viene che laddove gli antichi appena stimavano che un uomo sommo potesse trovare un solo amico, oggi per lo contrario un uomo da nulla ne trova tanti, che sapendo contare tutte le altre cose che possiede, questi soli non si cura né gli darebbe l'animo di contarli. Ma senza questa moltiplicità di fermagli non si viene a capo di nessuna cosa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Operette morali
di Giacomo Leopardi
pagine 308

   





Eccoti