Pagina (144/1913)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Perchè in ogni sentimento dolce e sublime entra sempre l'illusione, ch'è il più acerbo dolore il vedersi togliere e svelare. Perciò quelle tali imitazioni ci sarebbero gravi quando anche gareggiassero cogli originali, togliendoci l'inganno di quell'unico e impareggiabile che forma il caro prestigio dell'amore e della maraviglia. Nella stessa guisa che ci riesce dolorosissimo il vedere o porre in ridicolo, o travisare, o imitare gli oggetti de' nostri sentimenti del cuore; (v. Staël Corinne liv. Penult. ch. [6.] p. [328.] ediz. quinta di Parigi) cosa che ci fa o dubitare o certificare della loro vanità reale, e della nostra illusione, e ci strappa a quei soavi inganni che costituiscono la nostra vita: nè c'è cosa che abbia questa forza più della precisa imitazione o somiglianza di un altro oggetto che non possiamo pregiare nè amare (sia per qualche grado di inferiorità reale, di ridicolo, di travisamento ec. sia anche quando la somiglianza non abbia niente [102]o poco d'inferiore) con quello che pregiamo ed amiamo, e che occupa il cuore e l'immaginazione nostra in modo che ne siamo gelosissimi e paurosi, e cerchiamo in tutti i modi di custodirlo. (8. Gen. 1820.)
     
      È pure un tristo frutto della società e dell'incivilimento umano anche quell'essere precisamente informato dell'età propria e de' nostri cari, e quel sapere con precisione che di qui a tanti anni finirà necessariamente la mia o la loro giovinezza ec. ec. invecchierò necessariamente o invecchieranno, morrò senza fallo o morranno, perchè la vita umana non potendosi estendere più di tanto, e sapendo formalmente la loro età o la mia io veggo chiaro che dentro un definito tempo essi o io non potremo più viver goder della giovinezza ec. ec.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Corinne Parigi