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      Io non posso pensare che queste due parole di uno stessissimo significato, e uguali eccetto nella terminazione che non fa caso, e nella prima lettera di cui si disputa, non abbiano che far niente fra loro. E credo che si potrebbero addurre molti altri esempi simili sì greci come latini, dove la mutazione di una lettera o due, [154]con altre compagne nella figura, ha tolto ai grammatici il sospetto della loro unicità nell'origine.
      (5. Luglio 1820.)
     
      Da quello che dice Montesquieu Essai sur le Goût. Des plaisirs de l'ame. p.369-370. deducete che le regole della letteratura e belle arti non possono affatto essere universali, e adattate a ciascheduno. Bensì è vero che la maniera di essere di un uomo nelle cose principali e sostanziali è comune a tutti, e perciò le regole capitali delle lettere e arti belle, sono universali. Ma alcune piccole o mediocri differenze sussistono tra popolo e popolo tra individuo e individuo, e massimamente fra secolo e secolo. Se tutti gli uomini fossero di vista corta, come sono molti l'architettura in molte sue parti sarebbe difettosa, e converrebbe riformarla. Così al contrario. Intanto ella è difettosa veramente rispetto a quei tali. Gli orientali aveano ed hanno più rapidità, vivacità, fecondia ec. di spirito che gli europei. Perciò quella soprabbondanza che notiamo nelle loro poesie ec. se sarebbe difetto tra noi, poteva non esserlo, o esser minore appresso un popolo più capace per sua natura di seguire e di comprendere coll'animo suo quella maniera del poeta.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Montesquieu Essai Goût