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      Così s'egli avrà un certo ingegno o un certo spirito, che in quel paese non si pregi. Così relativamente ai tempi. In ciascun luogo e in ciascun tempo, bisogna spendere la moneta corrente. Chi non è provveduto di questa, è povero, per molto ch'egli sia ricco d'altra moneta.
      (23. Dic. 1820.).
     
      Tityrus et segetes, Aeneiaque arma legenturRoma triumphati dum caput orbis erit.
      Ovid. Amorum l.1.
     
      Fortunati ambo! si quid mea carmina possunt,
      Nulla dies umquam memori vos eximet aevo:
      [456]Dum domus Aeneae Capitoli immobile saxumAdcolet, imperiumque pater Romanus habebit.
      Virg. Aen. IX. 446.
     
      sque ego posteraCrescam laude recens, dum Capitolium
      Scandet cum tacita virgine pontifex.
      Hor. Carm. III. od.30. v.7.
     
      Roma non è più la Regina del mondo, nè il padre Romano tiene le redini dell'imperio, nè il pontefice ascende più al Campidoglio colla Vestale, e questo da lunghissimo tempo; e tuttavia si leggono ancora i versi di Virgilio, e Niso ed Eurialo non son caduti dalla memoria degli uomini, e dura la fama di Orazio. La fortuna giuoca nel mondo, e certo questi poeti non s'immaginavano che il tempo dovesse penar più a distruggere i versi loro, che l'immenso e saldissimo imperio Romano, opera di tanti secoli. Ma quelle carte sono sopravvissute a quella gran mole, per mero giuoco della fortuna la quale ha distrutte infinite altre opere degli antichi ingegni, e conservate queste oltre allo spazio segnato dalla stessa speranza, dallo stesso amor proprio, dalla stessa forza immaginativa de' loro autori.
      (23. Dic.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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