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      E se tutto questo ci č impossibile, impariamo che insieme colla vita e col corpo, č cambiato anche l'animo, e che la mutazione di questo č un effetto necessario, perpetuo, e immancabile della mutazione di quelli. Diranno che gl'italiani sono per clima e natura pių immaginosi delle altre nazioni, e che perciō la facoltā creatrice della immaginativa, ancorchč quasi spenta negli altri, vive in loro. Vorrei che cosė fosse, come sento in me dalla fanciullezza e dalla prima giovanezza in poi, e vedo negli [729]altri, anche ne' poeti pių riputati, che questo non č vero. Se anche gli stranieri l'affermano, o s'ingannano, come in cose lontane, e come il lontano suol parere bellissimo o notabilissimo; ovvero intendono solamente di parlare in proporzione degli altri popoli, non mai nč assolutamente, nč in comparazione degli antichi, perchč anche l'immaginativa italiana, in vigore dell'andamento universale delle cose umane, č illanguidita e spossata in maniera, che per quel che spetta al creare, non ha quasi pių se non quella disposizione che gli deriva dalla volontā e dal comando dell'uomo, non da sua propria ed intrinseca virtų, ed inclinazione.
      Ma la vera causa per cui gl'italiani, a differenza di tutti gli altri, non conoscono oggidė altra poesia che la immaginativa, e della sentimentale sono affatto digiuni, ve la dirō io. In quest'ozio, in [730]questa noia, in questa frivolezza di occupazioni, o piuttosto dissipazioni, senza scopo, senza vita, in somma senza nč patria nč guerre nč carriere civili o letterarie nč altro oggetto di azioni o di pensieri costanti, l'italiano non č capace di sentir nulla profondamente, nč difatto egli sente nulla.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913