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      Questo lo dico per un esempio, ?? ?? ????. Del resto questo è un derivato senza ardire nessuno, e sebbene anche di questa specie se ne danno infiniti, e così anche giovano moltissimo alla lingua, sì per la moltitudine, sì anche individualmente; nondimeno sono forse di maggior utile i derivati, o usi nuovi di parole o modi già correnti, fatti con un certo ardire. Ma ho portato questo esempio per dimostrare come si possano far nuovi derivati dalle nostre proprie radici, che sebbene nuovi, abbiano lo stessissimo aspetto delle parole vecchie e usitate, sì per la chiarezza che per la naturalezza, per la forma, suono ec. e quindi sieno tanto italiane quanto la stessa Italia. Del qual genere se ne danno, come ho detto, infiniti a ogni passo.
      (15. Marzo 1821.)
     
      [785]Tutto quello che ho detto della derivazione di nuove parole o modi ec. dalle proprie radici, o dei nuovi usi delle parole o modi già correnti, lo voglio estendere anche alle nuove radici, non già straniere, non già prese dalle lingue madri, ma italiane, e non già d'invenzione dello scrittore, ma venute in uso nel linguaggio della nazione, o anche nelle scritture anche più rozze ed impure, purchè quelle tali radici abbiano le condizioni dette di sopra in ordine ai nuovi derivati ec. E queste nuove radici possono esser nuove in due sensi, o nuove nella scrittura, ma antiche nell'uso quotidiano; o nuove ancora in questo. V. p.800. fine. Qui non voglio entrare nelle antichissime quistioni, qual popolo d'Italia, qual classe ec. abbia diritto di somministrar nuovi incrementi alla lingua degli scrittori.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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