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      Perciò la greca non era, e nessuna bella e naturale lingua lo potrà esser mai, pienamente nè stabilmente universale; ma, sì per le dette ragioni, sì per le recate in altro pensiero, serviva a quella universalità lassamente [852]considerata, e non assolutamente, che poteva convenire ad un tempo, dove nè la ragione, nè le cognizioni esatte, nè la filosofia, nè l'esattezza assolutamente, nè il commercio scambievole delle nazioni, e de' loro individui fra essi, avevano fatto progressi paragonabili in grandezza nè in estensione agli odierni. E si può anche notare, che siccome erano ancora i tempi della immaginazione e non della ragione, così (sebben quella è varia, e questa monotona, e uniforme dappertutto) contuttociò quella stessa immaginazione che regolava quella lingua fra i greci, poneva anche gli altri popoli, ancora governati dalla immaginazione, in grado di adattarsi senza troppa difficoltà a quella lingua, come conforme al carattere di que' secoli, e di trovare corrispondente alla propria inclinazione, la naturalezza di quella lingua (parola che io intendo qui di opporre alla ragionevolezza e geometria, e di adoperarla in questo senso).
      Egli è evidente che quanto più l'andamento di una lingua è naturale semplice facile, e non capriccioso presso gli scrittori, [853]tanto più si conforma al carattere della favella usuale e popolare. E che siccome queste qualità di una lingua, la rendono più o meno atta alla universalità, così anche alla detta conformità fra il parlato e lo scritto, conformità dalla quale di nuovo nasce una grande attitudine alla universalità. Perchè la favella del popolo, sebbene immaginosa ordinariamente e in qualunque nazione, è però sempre semplice, piana, facile, o inclina sempre a queste qualità, ed alla naturalezza dell'ordine, e si allontana dal lavorato, dall'arbitrario, da tutto quello che deriva puramente dall'individuo o da una data classe d'individui, e non dalla natura e delle cose e del popolo: natura che sebben diversa dalla ragione, e molto più varia e copiosa e rigogliosa della ragione; tuttavia presso a poco si rassomiglia da per tutto e in tutti i popoli.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913