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      E i governi oggi tra loro, sono in istato di guerra (o aperta o no) tanto continua, quanto le nazioni anticamente.
      Lascio le atrocitā commesse anche ne' primi e pių fervorosi tempi Cristiani sopra i Capi delle nazioni vinte: cosa conseguente, perch'essi erano i vinti, e non le nazioni. E cosė costumavasi, per naturale effetto, anche anticamente, nella vittoria di nazioni serve al di dentro e monarchiche. Nč mancano esempi pių recenti nelle storie, di questa naturale conseguenza dello stato presente dei popoli, cioč dell'odio privato o pubblico fra' loro capi, e delle sevizie usate sopra i principi vinti o prigioni ec.
      Vengo all'atto della guerra. Anticamente, dicono, combattevano le nazioni intere: le guerre de' tempi [900]Cristiani fatte con piccoli eserciti, hanno meno sangue, e meno danni. Ma anticamente combatteva il nemico contro il nemico, oggi l'indifferente coll'indifferente, forse anche coll'amico, il compagno, il parente; anticamente nessuno era che non combattesse per la causa propria, oggi nessuno che non combatta per causa altrui; anticamente il vantaggio della vittoria era di chi avea combattuto, oggi di chi ha ordinato che si combatta. Č in natura che il nemico combatta il suo nemico, e per li suoi vantaggi; e ciō si vede anche nei bruti, certo non corrotti, anche dentro la loro propria specie, e co' loro simili. Ma non č cosa tanto opposta alla natura, quanto che un individuo senza nč odio abituale, nč ira attuale, con nessuno o quasi nessuno vantaggio ed interesse suo, per comando di persona che certo non ama gran fatto, e probabilmente non conosce, uccide un suo simile che non l'ha offeso in nessuna maniera, e che, per dir poco, non conosce neppure e non č conosciuto dall'uccisore.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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