Pagina (827/1913)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E perciò e non per altro, la speranza è meglio del piacere, contenendo quell'indefinito, che la realtà non può contenere. E ciò può vedersi massimamente nell'amore, dove la passione e la vita e l'azione dell'anima essendo più viva che mai, il desiderio e la speranza sono altresì più vive e sensibili, e risaltano più che nelle altre circostanze. Ora osservate che per l'una parte il desiderio e la speranza del vero amante è più confusa, vaga, indefinita che quella di chi è animato da qualunque altra passione: ed è carattere (già da molti notato) dell'amore, il presentare all'uomo un'idea infinita (cioè più sensibilmente indefinita di quella che presentano le altre passioni), e ch'egli può concepir meno di qualunque [1018]altra idea ec. Per l'altra parte notate, che appunto a cagione di questo infinito, inseparabile dal vero amore, questa passione in mezzo alle sue tempeste, è la sorgente de' maggiori piaceri che l'uomo possa provare.
      (6. Maggio 1821.)
     
      I filosofi moderni, anche i più veri ed effettivi, e quelli che più mettono in pratica la loro filosofia, sono persuasi che il mondo non potendo mai esser filosofo, bisogna che chi lo è, dissimuli questa sua qualità, e nel commercio sociale si diporti per lo più nello stesso modo, come se non fosse filosofo. All'opposto i filosofi antichi. All'opposto Socrate, il quale si mostrò nel teatro al popolo che rideva di lui; i Cinici, gli Stoici e tutti gli altri. Così che i filosofi antichi formavano una classe e una professione formalmente distinta dalle altre, ed anche dalle altre sette di filosofi: a differenza de' moderni, che eccetto nel proprio interiore, si confondono appresso a poco intieramente colla moltitudine e colla universalità. Conseguenza necessaria del predominio della natura fra gli antichi, e della sua nessuna influenza sui moderni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Socrate Cinici Stoici