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      Così che la lingua italiana in vece di essere la più moderna di tutte le viventi Europee, come pretendono, (Andrès, 2.256. e passim) si verrebbe a conoscere o la più antica, o delle più antiche, perdendosi l'origine di essa, e del suo uso, (non mai nel seguito interrotto, sebbene alterato) nella oscurità delle origini dell'antichissimo e primo latino. A differenza dello spagnuolo e del francese, perchè in queste nazioni l'uso del volgare latino, fu certo molti e molti secoli più tardo che in Italia.
      (12. Maggio 1821.)
     
      Basta vedere il principio dell'Orazione ?????????? attribuita a Demostene, dove discorre della nobiltà del popolo Ateniese, per conoscere come fosse fermo fra gli antichi il dogma della disuguaglianza delle nazioni, e come si aiutassero delle favole, delle tradizioni ec. per persuadersi, e tener come cosa non arbitraria, ma ragionata e fondata, che la propria nazione fosse di genere e di natura, e quindi di diritti ec. ec. diversa dalle altre. Persuasione utilissima e necessaria, come altrove ho dimostrato.
      (12. Maggio 1821.)
     
      Una lingua non si forma nè stabilisce mai, se non applicandola alla letteratura. Questo è chiaro dall'esempio di tutte. Nessuna lingua non applicata alla letteratura è stata mai formata nè stabilita, [1038]e molto meno perfetta. Come dunque la perfezione dell'italiana starà nel 300? Altro è scrivere una lingua (come si scriveva l'antica teutonica, non mai ben formata nè perfetta) altro è applicarla alla letteratura. Alla quale l'italiano non fu applicato che nel 500. Nel 300. veramente e propriamente da tre soli (lasciando le barbare traduzioni di quel secolo), il che ognun vede se si possa chiamare, perfetta applicazione alla letteratura.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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