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      Anzi prima di trovare i metalli. E dopo tutto ciò, prima di pensare a ridurre ed erigere in rappresentanti di tutte le cose o necessarie, o utili o dilettevoli, de' pezzi di materia per se stessa (massime anticamente) o inutile, o poco utile, disadatta, pesantissima, e (riguardo ai metalli che formarono le prime monete, cioè rame o ferro ec.) bruttissime ancora a vedersi. E quanto spazio passasse effettivamente prima di tutto ciò, si deduce anche dal fatto, e dal vedere che a' tempi d'Omero, o almeno a' tempi troiani (benchè certo non incolti), o mancava, o era di poco e raro uso la moneta.
      E qui torno a domandare se la natura poteva ragionevolmente porre sì grandi, numerosi, incredibili ostacoli al ritrovamento di un mezzo necessario e principale per ottener quella che noi chiamiamo [1172]perfezione e felicità del genere umano, cioè l'incivilimento; e dico al ritrovamento dell'uso della moneta.
      Osservate poi, nella stessa moderna perfezione delle arti, le immense fatiche e miserie che son necessarie per proccurar la moneta alla società. Cominciate dal lavoro delle miniere, ed estrazion dei metalli, e discendete fino all'ultima opera del conio. Osservate quanti uomini sono necessitati ad una regolare e stabile infelicità, a malattie, a morti, a schiavitù (o gratuita e violenta, o mercenaria) a disastri, a miserie, a pene, a travagli d'ogni sorta, per proccurare agli altri uomini questo mezzo di civiltà, e preteso mezzo di felicità. Ditemi quindi 1. se è credibile che la natura abbia posta da principio la perfezione e felicità degli uomini a questo prezzo, cioè al prezzo dell'infelicità regolare di una metà degli uomini.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Omero