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      Notate cosa notabilissima. Tutte le lingue antiche non ci possono essere pervenute se non per mezzo della scrittura, giacchè quando anche non sieno interamente morte, il corso de' secoli porta sì enormi variazioni alle lingue, che dal modo in cui ora si parli una lingua antichissima, chi può sicuramente argomentare delle sue antiche proprietà, ancor dopo formata? Ora egli è certo che le lingue scritte differirono sommamente dalle parlate, stante la difficoltà che nel principio si dovè provare per rappresentare esattamente ciascun suono ec. Difficoltà che produsse infallibilmente eccessive differenze fra le antiche parole scritte e le pronunziate. Differenze che appoco appoco si stabilirono; e malgrado le cure che si posero per una parte ad uniformare più esattamente i segni scritti ai suoni inventando nuovi segni ec. ec.; malgrado l'influenza che acquistarono le scritture sulle modificazioni del parlare ec. certo è che tali differenze dove più dove meno dovettero perpetuarsi e sempre conservarsi.
      [1270]Quindi considerate i pericoli che si corrono nell'argomentare le proprietà di un'antica parola, e la sua prima forma, dal modo in cui solamente ella ci può esser nota, dal modo cioè nel quale è scritta. Come chi argomentasse della lingua inglese o francese ec. dal modo in cui sono scritte. Non c'è regola per sapere precisamente qual fosse il valore e la pronunzia di un tal carattere in una lingua antica, e massime antichissima, e massime antichissimamente ec. ec. Quindi è ben verisimile che moltissime parole d'antiche lingue, che vedendole scritte ci paiono diversissime e disparate, ci dovessero parere del tutto affini, se sapessimo qual vera e primitiva pronunzia si volle antichissimamente rappresentare con quei tali segni che vediamo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913