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      Così che si può dire che il linguaggio di ciascun uomo differisce in qualche parte da quello degli altri. Anzi il linguaggio di un medesimo uomo differisce bene spesso da se medesimo, non essendoci uomo che talvolta non usi qualche parola della sopraddetta qualità, non abitualmente, ma per quella volta sola, (qualunque motivo ce lo porti, che possono esser diversissimi) quantunque abbiano nella stessa lingua che conoscono ed usano, la parola equivalente da potere adoperare.
      (9. Luglio 1821.)
     
      Un ritratto, ancorchè somigliantissimo, (anzi specialmente in tal caso) non solo ci suol fare più effetto della persona rappresentata (il che viene dalla sorpresa che deriva dall'imitazione, e dal piacere che viene dalla sorpresa), ma, per così dire, quella stessa persona ci fa più effetto dipinta che [1303]reale, e la troviamo più bella se è bella, o al contrario. ec. Non per altro se non perchè vedendo quella persona, la vediamo in maniera ordinaria, e vedendo il ritratto, vediamo la persona in maniera straordinaria, il che incredibilmente accresce l'acutezza de' nostri organi nell'osservare e nel riflettere, e l'attenzione e la forza della nostra mente e facoltà, e dà generalmente sommo risalto alle nostre sensazioni. ec. (Osservate in tal proposizione ciò che dice uno stenografo francese, del maggior gusto ch'egli provava leggendo i classici da lui scritti in istenografia.) Così osserva il Gravina intorno al diletto partorito dall'imitazione poetica.
      (9. Luglio 1821.)
     
      Diletto ordinarissimo ci produce un ritratto ancorchè somigliantissimo, se non conosciamo la persona; straordinario se la conosciamo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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