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      Sono dunque barbari e cattivi i gusti non naturali, in quanto ripugnano alla natura, non già in quanto ripugnano al bello. Nessun gusto ripugna al bello. Bello è ciò che tale si stima: bello era nel seicento lo stile de' concetti e delle metafore ec. e dava [1408]ai seicentisti quel piacere che dà a noi il buono stile; e il buono stile non glielo dava.
      Eccetto che, siccome i dettami, la forza, il senso, l'influenza della natura, ponno ben essere offuscate e debilitate, ma non estinte in verun secolo, e da verun costume, opinione ec. però è ben verisimile che i seicentisti, sebben trovassero più bello quello stile barbaro che il buono, pur non ne provassero quel piacere che proviamo noi del buono, cioè naturale; se ne saziassero facilmente ec. Questa era conseguenza non del falso bello, che nessun bello è falso, ma della falsata natura delle cose, che anche in que' tempi era la stessa.
      Ma quante ripugnanze colla natura, ci fa passare per belle anche oggidì l'assuefazione ch'è una seconda natura! Quanto differiscono nel gusto anche i secoli, che nel grosso e complessivamente son di buon gusto! Quante diverse opinioni intorno a questa o quella bellezza, o parte di lei, produce la stessa civiltà, che 1. è diversa e varia ne' vari luoghi e tempi ec. 2. varia bene spesso dalla natura [1409]medesima, e non poco! Le quali cagioni non solo ci producono l'opinione, ma il conseguente senso e gusto del bello, in cose non naturali, in cose anche ripugnanti alla natura. Quanti abbigliamenti non naturali, quante foggiature snaturate della persona stessa, quante mosse, portamenti ec. o diversissimi dalla natura o a lei contrarissimi, ci paiono per l'assuefazione e l'opinione bellissimi, e bruttissimi i loro contrari, e i naturali!


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913