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      Nè si può dir che derivino dal latino corrotto de' bassi tempi, perchè, come ho detto, egli si corruppe diversamente e indipendentemente secondo i luoghi ec. e le lingue che nacquero dal latino nacquero separatamente, e quasi in diverse parti. Quindi l'uso degli articoli e de' segnacasi, uniformi appresso a poco anche materialmente nelle tre lingue; l'uso de' verbi ausiliari pure uniformi, cioè essere e avere (eccetto che lo spagnolo non adopra essere), si debbono considerare come propri del volgare latino. Così l'uso del verbo finito colla particella che (franc. e spagn. que) in vece dell'infinito ec. del qual costume [1476]si hanno indizi anche nel buon latino (cioè del quod ec.) e molto più frequenti nel barbaro. I greci ebbero pur sempre lo stesso uso (???).
      Quelle proprietà poi, o parole ec. ec. che non appartengono se non a questa o quella delle tre lingue, e che non si ponno riferire ad alcuna origine conosciuta, ponno esser vestigi delle antiche lingue nazionali estinte poi dalla latina. Ma ciò più difficilmente potrà supporsi in quanto appartiene alla lingua italiana ec. E in ogni modo queste tali proprietà, parole ec. se anche derivano dall'antiche lingue anteriori all'uso della latina ne' diversi paesi ec., non ponno essersi conservate se non passando pel volgare latino, il quale ebbe pur certo i suoi idiotismi provinciali, com'è noto, e come ho detto altrove parlando dei dialetti latini.
      (9. Agos. 1821.)
     
      La maggior parte degli uomini in ultima analisi non ama e non brama di vivere se non per vivere.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913