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      (21. Agos. 1821.)
     
      Bellezza e bruttezza relativa. Siccome la bellezza è rara, perciò andando in un nuovo paese, tu ritrovi persone la più parte brutte. Or queste ti paiono assai più brutte di quelle del tuo paese (benchè sia confinante), e a prima vista ti pare che in [1539]quel paese regni una gran deformità. La ragione è che il giudizio del bello e del brutto dipende dall'assuefazione; e i brutti del tuo paese, non ti fanno gran senso, nè ti paiono molto brutti, perchè sei avvezzo a vederli. Così pure ci accade riguardo a questo o quell'individuo in particolare. Ma quello che accade a te in quel nuovo paese, accadrà pure a que' paesani venendo nel tuo. Viaggiando però molto, si arriva presto a perdere queste tali sensazioni, per effetto parimente dell'assuefazione.
      (21. Agos. 1821.)
     
      Ho detto qui sopra che il bello è raro, e il brutto ordinario. Come dunque l'idea del bello deriva dall'assuefazione, e dall'idea che l'uomo si forma dell'ordinario, il quale giudica conveniente? Deriva, perchè quello che gli uomini o le cose hanno d'irregolare, non è comune. Tutti questi son brutti, ma quegli in un modo, questi in un altro. L'irregolarità ha mille forme. La regolarità una sola, o poche. E gli stessi brutti hanno sempre qualcosa di regolare, anzi quasi [1540]tutto, bastando una sola e piccola irregolarità a produr la bruttezza. Così dunque l'uomo si forma naturalmente l'idea del bello, quando anche non avesse mai veduto altro che brutti, distinguendo senza pure avvertirlo ciò che le loro forme hanno di comune, da ciò che hanno di straordinario e quindi irregolare.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913