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      [1622]Questo non solo non guasta nè muta l'idea che noi abbiamo di Dio, ma anzi ella, se la considerassimo bene, comprende questa nozione necessariamente. Come può egli essere infinito se non racchiude tutte le possibilità? Come può egli essere infinitamente perfetto anzi pure perfetto, s'egli non lo è se non in quel modo che per noi è perfezione? Sono o no possibili altri ordini infiniti di cose, e altri modi di esistere? Dunque s'egli è infinito, esiste in tutti i modi possibili. Dipendeva o no dalla sua volontà il farci affatto diversi? e l'averci fatto quali siamo? Dunque egli ha potuto e può fare altri ordini diversissimi di cose, e aver con loro que' rapporti di quella natura che vuole. Altrimenti egli non sarà l'autor della natura, e torneremo per forza al sogno di Platone, che suppone le idee e gli archetipi delle cose, fuori di Dio, e indipendenti da esso. S'elle esistono in Dio, come dice S. Agostino, (v. p.1616.) e se Dio le ha fatte, non abbraccia egli dunque quelle sole forme secondo cui ha fatto le cose che noi conosciamo, ma tutte le forme possibili, e racchiude tutta la possibilità, e può far cose [1623]di qualunque natura gli piaccia, ed aver con loro qualunque rapporto gli piaccia, anche nessuno ec.
      L'infinita possibilità che costituisce l'essenza di Dio, è necessità. Da che le cose esistono, elle sono necessariamente possibili. (Una sola e menoma cosa che oggi esistesse basterebbe a dimostrare che la possibilità è necessaria ed eterna.) Se nessuna affermazione o negazione è assolutamente vera, dunque tutte le cose e le affermazioni ec. sono assolutamente possibili.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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