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      In una musica alquanto astrusa, cioč per poco che gli accordi sieno inusitati, egli non capisce neppure le grandi stonazioni, e cosė proporzionatamente accade alle persone polite, e talvolta anche alle intendenti.
      (10. Sett. 1821.)
     
      Ho detto altrove che bisogna distinguere nella musica l'effetto dell'armonia, da quelli del suono che non hanno a fare col bello, come non vi ha che fare il colore per se stesso, non trattandosi di convenienza. Ho detto che quello che ha di singolare l'effetto della musica sull'animo, appartiene in massima [1664]parte al puro suono. Infatti qual differenza fra l'effetto di un suono, di uno strumento dolce, penetrante, ec. ed un altro ruvido, non penetrante ec. Analizzate bene l'effetto della musica sul vostro cuore, e vedrete che l'effetto suo singolare deriva precisamente dalla natura del suono e varia secondo le di lui differenze. L'armonia, la melodia la pių melodiosa, o armonica, eseguita su d'uno strumento vile, ec. in suoni rozzi ec. non vi tocca non vi muove, non v'innalza punto. Ho conosciuto una persona che passava e si teneva essa stessa per inarmonica, non essendo nč commossa nč dilettata da quasi veruna musica. Frattanto egli notava che una stessa armonia eseguita in certi tali strumenti lo toccava vivamente, in altri niente affatto. Egli amava molto, e provava tutti gli effetti della musica, quando udiva suoni forti, di gran voce, strumenti arditi, orchestre numerose, e strepitose. Quest'era dunque una particolare disposizione de' suoi organi, inclinati a que' tali suoni, che lo dilettavano: ovvero una rozzezza o poca delicatezza, bisognosa di suoni forti per essere scossa.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913