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      Il cavallo che accelera il passo o si mette in moto ad una certa voce, imita quello che fece altre volte, e quello che l'uomo da principio lo costrinse a fare, nel mentre che gli fece udir quella voce. Così e non altrimenti, l'uomo apprende, impara, ed acquista sì le facoltà e discipline intellettuali, che le abilità, e le facoltà materiali o miste. Qui pure, la natura dell'animo umano è quella stessa del bruto.
      (21. Sett. 1821.)
     
      [1764]Il cavallo, il cane avvezzo a ubbidire a una certa voce, a riconoscere il padrone a un certo fiuto ec. si svezza tuttogiorno e brevemente da questo, si avvezza a nuove voci, nuovi fiuti, nuove maniere di comandarlo, ec. in un nuovo padrone. Si avvezza ed impara una nuova casa ec. ec. Altre specie, o individui meno assuefabili sia per natura, sia per esercizio, si svezzano più difficilmente, come e perchè più difficilmente si avvezzano. Non accade lo stesso nell'uomo proporzionatamente e negl'individui umani?
      (21. Sett. 1821.)
     
      La memoria per potersi ricordare ha bisogno che l'oggetto della ricordanza sia in qualche maniera determinato. Dell'indeterminato ella non si ricorda se non difficilissimamente e per poco, o solo se ne ricorda rispetto a quella parte ch'esso può avere di determinato. Chi vuol ricordarsi di qualunque cosa bisogna che ne determini in qualche modo l'idea nella sua mente; e questo è ciò che facciamo tutto giorno senza pensarvi. Le parole determinano, i versi determinano. Or questa è appunto la [1765]proprietà della materia: l'avere i suoi confini certi e conosciuti, e il non mancar mai di termini per ogni verso, e di circoscrizione.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913