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      Perocchè la libertà e ne' popoli e nelle lingue è buona quando ella è goduta pacificamente e senza contrasto relativo ad essa, e come legittimamente e per diritto, ma quando ella è conquistata colla violenza, è piuttosto mancanza di leggi, che libertà. Essendo proprio delle cose umane dapoi che son giunte [2016]ad una estremità, saltare alla contraria, poi risaltare alla prima, e non sapersi mai più fermare nel mezzo, dove la natura sola nel primitivo loro andamento le aveva condotte, e sola potrebbe ricondurle. Un simile pericolo corse la lingua italiana nel 500. quando alcuni volevano restringerla, non al 300. come oggi i pedanti, ma alla sola lingua e stile di Dante, Petrarca e Boccaccio per la eminenza di questi scrittori, anzi la prosa alla sola lingua e stile del Boccaccio, la lirica a quello del solo Petrarca ec. contro i quali combatte il Caro nell'Apologia.
      Del resto la lingua latina era infatti liberissima, e simile alla greca in questo e nel rimanente, prima del secolo di Cicerone e della forma che in esso ricevette, e ne' suoi primi (ed anche ottimi) scrittori, che potremmo assomigliare ai trecentisti.
      (30. Ott. 1821.)
     
      [2017]La differenza tra il diletto che ci reca il canto, e quello del suono, e la superiorità di quello su questo, è pure affatto indipendente dall'armonia.
      (30. Ott. 1821.)
     
      Il talento non essendo nella massima parte che opera dell'assuefazione, è certo che coloro che ammirano in altrui questo o quel talento, abilità, opera ec. ammirano e si stupiscono di quello, di cui essi medesimi in diverse circostanze, sarebbero stati appresso a poco capacissimi.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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