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      Son più facili gli antichi poeti latini, che i prosatori del secol d'oro.
      (18. Nov. 1821.)
     
      Gli antichi pensatori Cristiani, S. Paolo, [2115]i padri, e prima anche del Cristianesimo, i filosofi gentili, s'erano ben accorti di una contraddizione fra le qualità dell'animo umano, di una lotta e nemicizia evidente fra la ragione e la natura, di un impedimento essenziale ed ingenito nell'uomo (qual era divenuto) alla felicità, e per conseguenza di una degenerazione e corruzione dell'uomo, conosciuta e predicata anche nelle antichissime mitologie.
      Tutte queste autorità favoriscono dunque il mio sistema, colla differenza che laddove coloro credevano corrotta e corruttrice la natura, io credo la ragione; laddove essi l'uomo, io gli uomini; laddove essi credevano sostanzialmente imperfetta cioè composta di elementi contraddittorii l'opera di Dio, io credo tale l'opera dell'uomo, e a causa della sola opera dell'uomo, credo non sostanzialmente, ma solo accidentalmente imperfetta l'opera di Dio, e composta non di elementi contraddittorii, ma di qualità acquisite ripugnanti [2116]alle naturali, o di qualità naturali corrotte, ripugnanti fra loro, solo in quanto corrotte. Insomma laddove essi vedevano un'immensa imperfezione nel sistema e nell'ordine primitivo dell'uomo, io la vedo in questo sistema, in quanto e perchè s'è allontanato dal primitivo; e laddove essi venivano a porre l'uomo quasi fuori della natura, dove tutto è sì perfetto nel suo genere; io ve lo ripongo, e dico ch'egli n'è fuori solamente perchè ha abbandonato il suo essere primitivo. ec. ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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