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      (docitus di docere ec.). Ovvero mantare è contratto esso medesimo da manitare.
      (23. Nov. 1821.)
     
      [2150]Lo stile, e la lingua di Cicerone non è mai tanto semplice quanto nel Timeo, perocch'egli è tradotto dal greco di Platone. E pure Platone fra i greci del secol d'oro è (se non vogliamo escludere Isocrate) senza controversia il più elegante e lavorato di stile e di lingua, e il Timeo è delle sue opere più astruse, e forse anche più lavorate, perch'esso principalmente contiene il suo sistema filosofico. Platone il principe della raffinatezza nella lingua e stile greco prosaico, riesce maravigliosamente semplice in latino, e nelle mani di Cicerone, a fronte della lingua e stile originale degli altri latini, e di esso Cicerone principe della raffinatezza nella prosa latina. La maggiore raffinatezza ed eleganza dell'aureo tempo della letteratura greca, riesce semplicità trasportata non già ne' tempi corrotti ma nell'aureo della letteratura latina, e per opera del suo maggiore scrittore.
      (23. Nov. 1821.)
     
      A quello che ho detto altrove circa il modo da tenersi nel consolare, aggiungete che in ultima analisi l'unica consolazione dei mali, massimamente grandi, è il persuadersi o almeno il credere confusamente, ch'essi o non sieno reali, o meno gravi che non parevano, [2151]o che abbiano rimedio, o compenso ec. Le forti afflizioni non si consolano finalmente se non in questo modo: e il tempo consolatore, adopra anch'esso in gran parte questo metodo.
      (23. Nov. 1821.)
     
      Osservate le incredibili abilità che acquistano i ciechi nella musica, e in altro, i sordi nell'intendere per segni ec. e la tanto maggiore facilità e prontezza, con cui essi, sebbene sieno d'intelletto tardissimo, arrivano a quello a cui con molto maggior fatica e tempo arrivano, o anche non arrivano i sani, sebbene di grande ingegno.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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