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      Laddove nella lingua italiana lo scrittore individuo può essere uniforme agli altri, e difforme se vuole, anzi tutt'altro, e nuovissimo, e originalissimo, senza lasciar di essere e di parere italiano, e ottimo italiano, e insigne nella lingua. Ciascuno colla lingua italiana si può aprire una strada novissima, propria, ignota, e far maravigliare i nazionali di parlare una lingua che si possa esprimere in modo sì differente dal loro, e da loro non mai pensato, [2199]benchè benissimo l'intendano, per nuovo che sia.
      (30. Nov. 1821.)
     
      Alla p.1154. marg. Quanto però a mussitare io non credo che venga da mussatus ma da mussus, o quando anche venga da mussare, io non credo che questo sia verbo originario ma continuativo da mussus. Il quale io stimo antico participio di mutire o muttire verbo usato dagli scrittori antichi (come da concutio ec. concussus da sentire sensus, e non sentitus, concutitus ec. ec.) Quantunque in Terenzio se ne trovi (non è però senza controversia) il partic. mutitus. Il Forc. stesso, deriva mussare da mutire. Vedilo in Musso, Mutio, Mutitus. Mussitare però al solito lo dice frequentativo di mussare, ma io lo credo immediato frequentativo di mutire. Potrebb'essere però anche il contrario, trattandosi che mutire è verbo quasi disusato fra' latini del buon secolo, secondo ciò che ho detto p.1201. dopo il mezzo.
      (30. Nov. 1821.)
     
      Alla p.2052. lapsare da lapsus di [2200]labi; (certo è azione più continua per se medesima lo sdrucciolare che il cadere, e sebbene anche labi, ha specialmente in molti casi un significato analogo a sdrucciolare, nondimeno lapsare significa di più in questo senso, ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Terenzio Forc Musso Mutio Mutitus