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      Può parimente esser maggiore o minore in una medesima specie generalmente, nelle diverse sue epoche fisiche e morali, circostanze, ec. [2206]P.e. verso i suoi simili l'odio naturale può talvolta esser maggiore talvolta minore che verso gli altri animali ec.
      (1. Dic. 1821.)
     
      Il timore, passione immediatamente figlia dell'amor proprio e della propria conservazione, e quindi inseparabile dall'uomo, ma soprattutto manifesta e propria nell'uomo primitivo, nel fanciullo, in coloro che più conservano dello stato naturale; passione strettissimamente comune all'uomo con ogni specie di animali, e carattere generale de' viventi; una tal passione, è la più egoistica del mondo. Nel timore l'uomo si isola perfettamente, si stacca da' suoi più cari, e pena pochissimo (anzi quasi da necessità naturale è portato) a sacrificarli ec. per salvarsi. Nè solo dalle persone, o da tutto ciò ch'è in qualche modo altrui, ma dalle cose stesse più proprie sue, più preziose, più necessarie, l'uomo [2207]si stacca quando teme, come il navigante che getta in mare il frutto de' suoi più lunghi travagli, e anche di tutta la sua vita, i suoi mezzi di sussistenza. Onde si può dire che il timore è la perfezione e la più pura quintessenza dell'egoismo, perchè riduce l'uomo non solo a curar puramente le cose sue, ma a staccarsi anche da queste per non curar che il puro e nudo se stesso, ossia la nudissima esistenza del suo proprio individuo separata da qualunque altra possibile esistenza. Fino le parti di se medesimo sacrifica l'uomo nel timore per salvarsi la vita, alla quale, e a quel solo che l'è assolutamente necessario in qualunque istante, si riduce e si rannicchia la cura e la passione dell'uomo nel timore.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913