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      Massimamente che le dette voci sono proprissime ciascuna della sua lingua, fino da' principii di questa. V. il Forcell. il Glossar. ec. che non ho consultati. Aggiungete che il francese e lo spagnolo non hanno altro verbo che risponda a miscere, onde si vede che misculare prevalse nell'uso volgare latino come infatti prevale [2281]nel med. uso volgare, il mescolare italiano al mescere. Similmente prevale (e questo è veramente il più volgare), prevale dico il mischiare, e questo è in anima e in corpo il misculare, o misculari latino, cambiato per proprietà di nostra pronunzia il cul, in chi, del che v. p.980. marg. Diciamo anche meschiare, ma è meno usuale, e l'adoprarlo non è senza qualche affettazione o d'eleganza o d'altro. V. il Gloss. se ha nulla, e p.2385.
      Era costume del volgare latino, costume conservato nelle tre figlie di usare i diminutivi in luogo e significato de' positivi. Molto di ciò si potrebbe dire. Gli scrittori usavano il positivo, ma moltissime sono quelle parole diminutive che anche nell'uso dell'ottima latinità scritta sono sottentrate ai positivi, o disusati affatto, o anche ignorati, o poco usati. Oculus è diminutivo di un occus, di cui per miracolo resta notizia. Annulus, paxillus, axilla, maxilla (contraz. palus, mala, ala ec. V. il Forc. in X. e a' rispettivi luoghi) capella, e cento altri nomi e verbi positivi nell'uso latino da noi conosciuto, non sono in origine che diminutivi di altri positivi antichi o ignoti, o poco noti. Nei volgari moderni poi, non trovi auris, ma auricula (orecchia, oreja, oreille); non ovis, ma ovicula o ovecula [2282](oveja); non agnus, ma agnulus o agnellus (agnello, agneau ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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