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      ); non avis fuorchè nello spagn. ma avicula, o aviculus, o avicellus, (augello, ausciello ec. v. il Vocabolar. Veronese, uccello, oiseau); v. il Forc. in Aucella, e Gloss. non apis, ma apicula o apecula (pecchia, abeille ec.); non genu, ma genuculum ec. v. il Gloss. e il Forc. (ginocchio, genouille) ec. ec. Ranocchia, ranocchio, grenouille (diciamo noi pure volgarmente granocchio) ec. non sono che ranacula o ranucula, o ranocula ec. V. il Gloss. i Diz. spagn. ec. e il Forcell. se hanno nulla. V. p.2358. Cento e mille altri esempi si potrebbero addurre dei positivi latini abbandonati nelle lingue moderne per abbracciare i loro diminutivi; cosa che credo già notata da altri, ma che non si deve creder tanto moderna, quanto derivata dall'antico uso latino volgare, giacchè troviamo effettivamente quest'uso e questa inclinazione nel latino antico, anche scritto e purissimo. Nè questi tali diminutivi si sono formati a parte a parte nelle lingue figlie, ma nello stesso grembo del volgar latino comune alle tre nazioni; come apparisce dai citati esempi, dove i [2283]positivi moderni si trovano esser manifeste corruzioni di diminutivi latini, anteriori per conseguenza a tali moderni positivi; e si trovano essere stati diversamente corrotti nelle tre lingue, secondo il particolar costume di ciascheduna, e per conseguenza si riconoscono per derivati da un'origine comune, cioè dal volgare latino. Abbiamo anche pascolare (diminutivo di pascere, che pure abbiamo, ma equivalente nel significato) del quale vedi Forcell., Glossar. ec. ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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