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      P.e. partus (quando non viene da pario) è mera contrazione di paratus, e non già un traslato, come dice il Forcellini. Il che si vede chiaro per gli esempi che egli adduce, ma molto più per questo (ch'egli omette) dell'En. 2.784. (vedilo) [2369]dove parta, non vuol dir neppure comparata, acquisita, it. procacciata ec. come spiega partus il Forcell. ma semplicissimamente parata, giacchè non solo non era ancora acquistata nè procacciata, ma doveva costare lunghissime, e innumerabili, e grandissime fatiche e rischi il guadagnarla, come poi dice Virgilio tante altre volte, e di queste fatiche e rischi fa tutto il soggetto dell'Eneide: la quale sarebbe finita in quel passo, se parta volesse dire guadagnata.
      (30. Gen. 1822.)
     
      Noi diciamo fare una cosa di buona gana, cioè alacriter. Presso gli spagnuoli gana vale alacritas. Gli scrittori latini non hanno parola da cui questa si possa derivare. E pure dove credete che rimonti la sua origine? Alle primissime sorgenti delle due lingue sorelle latina e greca. ????? in greco vuol dire laetitia, gaudium, voluptas. V. il Lessico co' suoi derivati. Come dunque questa voce nostra e spagnuola, volgarissima in ambo le lingue, anzi plebea, nè degna della scrittura sostenuta, può esser mai derivata dal greco? quando ne' tempi barbari in cui nacquero tali lingue, [2370]appena si sapeva in Italia o in Ispagna che vi fosse al mondo una lingua greca? come può esser venuta questa voce se non dal volgare latino, e per mezzo di esso?
      Non basta. Questa radice, non solo è delle antichissime nella lingua greca, ma di quelle che s'avevano per antiquate negli stessi antichi tempi della greca letteratura.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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