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      L'opposto di quello che avviene a noi per aver trasandato di porre a frutto il nostro bellissimo e vastissimo capitale, che benchè sia tale (oltre che la maggior parte ce n'è ignota), non basta [2451]nè potrà mai bastare al continuo e sempre nuovo bisogno della società favellante, se non lo faremo fruttare, come non solo concede amplissimamente, ma porta e vuole l'indole e la natura sua.
      (30. Maggio 1822.). V. p.2455.
     
      Beato colui che pone i suoi desiderii, e si pasce e si contenta de' piccoli diletti, e spera sempre da vantaggio, senza mai far conto della propria esperienza in contrario, nè quanto al generale, nè quanto ai particolari. E per conseguenza beati gli spiriti piccoli, o distratti, e poco esercitati a riflettere.
      (30. Maggio 1822.)
     
      Alla p.2252. L'idea dell'eternità entra in quella di ultimo, finito, passato, morte, non meno che in quella d'infinito, interminabile, immortale. E vedi altro mio pensiero già scritto in questo proposito, (30. Maggio 1822.) cioè p.2242. 2251.
     
      Quanto sia più naturale e semplice l'andamento della lingua greca (tuttochè poeticissima), che non è quello della latina; e quindi quanto men proprio suo, e quanto la lingua greca dovesse esser meglio disposta all'universalità che non era la lingua latina, si può vedere anche da questo.
      [2452]Sebben l'italiana e la spagnuola son figlie vere e immediate della latina, pure è molto ma molto più facile di tradurre naturalmente e spontaneamente in italiano o in ispagnuolo gli ottimi autori greci, che gli ottimi latini.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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