Pagina (1813/1913)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E sperimentando ancora le soverchierie e le persecuzioni degli altri, non si trovano così nudi e disarmati per combatterle e respingerle, come si trova il virtuoso. [2474]In somma il giovane di poca virtù non può concepire un odio così vivo verso gli uomini, nè così presto, com'è obbligato a concepirlo il giovane d'animo nobile. Perchè colui trova gli uomini e meno infiammati contro di se, e meno capaci di nuocergli, e meno diversi da lui medesimo. Per lo che, non arrivando mai ad odiare fortemente gli uomini, e odiarli per massima nata e confermata e radicata immobilmente dall'esperienza, non arriva neppure così facilmente a quell'eroismo di malvagità fredda, sicura e consapevole di se stessa, ragionata, inesorabile, immedicabile ed eterna, a cui necessariamente dee giungere (e tosto) l'uomo d'ingegno al tempo stesso e di virtù naturale.
      (13. Giugno. 1822.)
     
      Diciamo tuttogiorno in volgare: venir voglia a uno d'una cosa, venirgli pensiero, talento, desiderio, ec. ec. V. la Crusca e i Diz. francesi e spagnuoli. Or chi ardirebbe di dir questo in latino? Chi non lo stimerebbe un barbaro italianismo o volgarismo? Or ecco appunto una tal frase parola per parola nel poema più perfetto del più [2475]perfetto ed elegante poeta latino, e in un luogo che dovea necessariamente esser de' più nobili, cioè nel principio e invocazione delle Georgiche: (l.1. v.37.) Nec tibi regnandi veniat tam dira cupido, Nè ti venga sì brutta voglia di regnare cioè nell'inferno. V. il Forcell. e il Gloss. se hanno niente al proposito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Crusca Diz Georgiche Nec Forcell Gloss