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      (14. Giugno. 1822.)
     
      Dell'antica fratellanza della lingua greca colla latina, ossia della comune origine d'ambedue, e come in principio l'una non differisse dall'altra, ma fossero in Italia e in Grecia una lingua sola, vedi un bel luogo di Festo portato dal Forcellini v. Graecus in fine.
      (14. Giugno. 1822.)
     
      Chi negherà che l'arte del comporre non sia oggi e infinitamente meglio e più chiaramente e distintamente considerata, svolta, esposta, conosciuta, dichiarata in tutti i suoi principii, eziandio più intimi, e infinitamente più divulgata fra gli uomini, e più nelle mani degli studiosi, e aiutata oltracciò di molto maggior quantità di esempi e modelli, che non era presso gli antichi? e massime presso quegli antichi e in quei secoli ne' quali meglio e più perfettamente e immortalmente si scrisse? Eppure [2476]dov'è oggi in qualsivoglia nazione o lingua, non dico un Cicerone (quell'eterno e supremo modello d'ogni possibile perfezione in ogni genere di prosa), non dico un Tito Livio, ma uno scrittore che nella lingua e nel gener suo abbia tanto valore quanto n'ha qualunque non degli ottimi, ma pur de' buoni scrittori greci o latini? E dov'è poi un numero di scrittori, non dico ottimi, ma buoni, uguale a quello che n'hanno i greci e i latini? Trovatemelo, se potete, ponendo insieme tutti i migliori scrittori di tutte le nazioni letterate, dal risorgimento delle lettere sino a oggidì. E dico buoni precisamente in quel che spetta all'arte del comporre, e del saper dire una cosa, e trattare un argomento con tutta la perfezione di quest'arte.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





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