Pagina (1833/1913)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Or dunque da queste canzoni, e dalla letteratura e dalla lingua provenzale tirò Dante molte voci e modi per essere elegante: e ci riuscì allora; e con tutti questi che oggi si chiamerebbero barbarismi, sì egli, come Omero, e tali altri scrittori primitivi, s'hanno da per tutto per classici, e taluni per eleganti; o se s'hanno per ineleganti, viene piuttosto dall'arcaismo che dal barbarismo.
      In somma il barbarismo, quando è veramente un parlar pellegrino, e che non ripugna ec. come sopra, e che s'intende, è [2507]sempre (da qualunque lingua sia tolto, rispetto alla lingua propria) non solo compatibile coll'eleganza, ma vera fonte di eleganza.
      Cresciuta, formata, stabilita la lingua, e la letteratura di una nazione, interviene le più volte, che introducendosi il commercio fra questa ed altre lingue e letterature, parte l'uso, e l'assuefazione di udire voci e modi forestieri, parte la necessità di riceverne insieme cogli oggetti coi libri coi gusti cogli usi colle idee che da' forestieri si ricevono, parte l'amor delle cose straniere e la sazietà delle proprie, ch'è naturale a tutti gli uomini sempre inclinati alla novità (v. Omero Odiss. 1. v.351-2.), parte fors'anche altre cagioni riempiono la favella nazionale di voci e modi forestieri in guisa che appoco appoco, dimenticate o disusate le voci e maniere proprie, divien più facile il parlare e lo scrivere con quelle de' forestieri, che s'hanno più alla mano, e s'usano più giornalmente, e più familiarmente. Ed ecco un'altra volta introdotto il barbarismo nella lingua [2508]e letteratura nazionale, ma per tutt'altra cagione e fine, e con tutt'altro effetto che l'eleganza e l'arricchimento loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Prima
di Giacomo Leopardi
pagine 1913

   





Dante Omero Odiss